Scadenza: 22 maggio 2019
Archiviato

Programma/Ente di finanziamento

Fondazione CON IL SUD e Fondazione Peppino Vismara

Bando scaduto

Finalità

L’obiettivo generale del presente Bando è quello di valorizzare i beni confiscati alle mafie con iniziative sostenibili nel tempo di natura sociale, culturale ed economica, in grado di contribuire sia allo sviluppo socio-economico del territorio circostante sia alla riappropriazione del bene da parte della comunità di riferimento, sul piano simbolico oltre che in termini di produzione di servizi utili alla collettività. Tale obiettivo si fonda sulla convinzione che l’efficace valorizzazione del bene confiscato, a cura di una organizzazione del terzo settore, abbia in ogni caso un profondo valore simbolico e rappresenti una vittoria della legalità sulla criminalità organizzata. In questo modo il riutilizzo dei beni confiscati, basandosi sulla promozione del rispetto delle regole democratiche, del vivere civile e delle istituzioni pubbliche, diventa componente essenziale del capitale sociale su cui costruire un nuovo modello per lo sviluppo dei territori, in particolare di quelli a forte tradizione criminale, fondato sull’autodeterminazione della società civile. Il presente Bando è rivolto alle organizzazioni del Terzo Settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia le quali possono presentare proposte di valorizzazione di beni confiscati già assegnati, prevedendo l’avvio di nuove attività di economia sociale. I progetti dovranno rendere il bene confiscato un “patrimonio collettivo”, occasione di sviluppo sociale ed economico del territorio, coinvolgendo attivamente la comunità locale.

Interventi ammissibili

La Fondazione sosterrà interventi volti all’avvio di nuove attività di imprenditorialità sociale, o comunque economicamente sostenibili, basate sull’utilizzo di beni confiscati di nuova o recente assegnazione, privi di ipoteche o altri vincoli, da parte di enti del terzo settore con consolidata esperienza nello specifico settore di intervento proposto.

Le proposte dovranno dimostrarsi idonee a garantire agli interventi ‘continuità operativa’ (oltre il termine del finanziamento) e a configurare una gestione ‘autosostenibile’ nel tempo, in termini di capacità di generare o raccogliere risorse economiche e catalizzare competenze e professionalità adeguate. Non verranno sostenute, pertanto, iniziative singole ed eventi, ma interventi caratterizzati da una progettualità integrata, strutturata e di lungo periodo, in grado di sviluppare un processo virtuoso e duraturo di sviluppo locale. Tale processo farà leva sul sostegno iniziale della Fondazione per poi procedere in maniera autonoma in un’ottica di autosviluppo sostenibile del territorio.

La Fondazione potrà sostenere iniziative che, strettamente connesse alla riconversione di beni confiscati, possano incidere significativamente sul tessuto socio-economico di ciascuna comunità, anche in termini di utilità sociale (inserimento lavorativo di persone svantaggiate; incremento dell’occupazione giovanile; creazione di un’impresa sociale; integrazione culturale di minoranze o gruppi fragili; ecc.).

I progetti dovranno mirare, inoltre, a rendere il bene confiscato un patrimonio collettivo, condiviso e realmente “comune”, coinvolgendovi attivamente la comunità nella soddisfazione dei bisogni del territorio. A tal proposito, fondamentale sarà prevedere, fin dalla fase di progettazione, azioni che mirino alla promozione di una piena fruibilità dei beni anche da parte della cittadinanza, per favorire lo sviluppo di un senso di riappropriazione comunitario, di un consenso condiviso e di un sostegno diffuso nei confronti delle azioni progettuali proposte.

Il bene confiscato oggetto di intervento potrà essere messo in rete con altri beni confiscati alla criminalità organizzata, prevedendo, ad esempio, interventi su più beni confiscati contemporaneamente, ovvero la messa in connessione del bene oggetto di intervento con altri del territorio le cui attività siano state già avviate con precedenti progettualità.

Saranno valutate positivamente le proposte che prevedano, tra le altre azioni: un’efficace strategia di promozione e di sostegno della legalità nei territori; il coinvolgimento attivo della comunità locale, con l’obiettivo di sviluppare un senso di riappropriazione comunitario del bene; la sostenibilità nel tempo degli interventi, in termini di capacità di generare o raccogliere risorse per garantire la continuità delle azioni proposte.

Chi può partecipare

Il Bando è rivolto alle organizzazioni del Terzo Settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Sono idonei a presentare domanda le organizzazioni senza scopo di lucro nella forma di:

- Associazione (riconosciuta o non riconosciuta);

- Cooperativa sociale o loro consorzi;

- Ente ecclesiastico;

- Fondazione;

- Impresa sociale (nelle diverse forme previste dalla L. 106/2016).

Alla data di pubblicazione del Bando, il soggetto responsabile deve, inoltre:

- Svolgere attività coerenti con la missione della Fondazione;

- Essere costituito da almeno due anni in forma di atto pubblico oppure di scrittura privata autenticata o registrata;

- Essere composto in prevalenza da persone fisiche e/o da associazioni, cooperative sociali o loro consorzi, imprese sociali, enti ecclesiastici e/o fondazioni (non di origine bancaria);

- Avere la sede legale e/o operativa nella provincia in cui è localizzato il bene oggetto di intervento;

- Aver presentato una sola proposta di progetto. Nel caso di presentazione di più proposte da parte di uno stesso soggetto responsabile, queste verranno tutte considerate inammissibili;

- Non avere progetti finanziati dalla Fondazione in corso, in qualità di soggetto responsabile.

Le proposte dovranno essere presentate da partnership composte da tre o più organizzazioni, almeno due delle quali appartenenti al mondo del Terzo Settore come descritto sopra. Nei progetti potranno essere coinvolti, inoltre, il mondo economico, quello delle istituzioni, delle università e della ricerca. I partenariati dovranno dimostrare l’effettiva disponibilità del bene confiscato per almeno 10 anni dalla data di scadenza del bando.

Entità del contributo

Il contributo massimo concesso è di 500.000 euro.

Link e Documenti

Bando

Pagina web per documenti e formulari

Si consiglia di consultare regolarmente il sito web ufficiale del bando per gli aggiornamenti e le informazioni addizionali.

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